lunedì 3 settembre 2012

Substrati avviabili alla digestione anaerobica

I substrati utilizzabili per la trasformazione in biogas sono vari e non necessariamente di produzione zootecnica e/o agricola:

Liquame suino:
questo tipo di effluente zootecnico è caratterizzato da un contenuto di sostanza secca o solidi totali (1-6%) e di sostanza organica o solidi volatili estremamente variabile a causa delle differenti tipologie di allevamento comunemente presenti sul territorio.



Liquame bovino:
le deiezioni bovine sono spesso rimosse dalle stalle utilizzando raschiatori. L’aggiunta di paglia, spesso effettuata nelle stalle, conduce a variazioni nel contenuto di solidi totali (8-15%). L’effetto di diluizione è minimo rispetto a quello che si ha con le deiezioni suine anche a causa del fatto che normalmente le zone calpestate dal bestiame vengono pulite e risciacquate con basse quantità di acqua. Come nel caso dei suini, anche nelle deiezioni bovine il contenuto di solidi totali dipende fortemente dal sistema di allevamento degli animali.

Deiezioni avicole (pollina):
tra le varie deiezioni avicole, la pollina di galline ovaiole è quella che più si presta alla digestione anaerobica, perché l’allevamento in gabbie non prevede l’uso di lettiera. Le deiezioni asportate fresche presentano un contenuto in solidi totali del 18-20% e alto contenuto di azoto. L’ammoniaca, che si libera in presenza di acqua per idrolisi enzimatica, può raggiungere alte concentrazioni e inibire il processo di digestione e dare luogo a forti emissioni nella fase di stoccaggio del digestato. Inoltre, frequentemente la pollina contiene inerti che sedimentando possono causare problemi operativi e ridurre il volume utile dei reattori.

Residui colturali:
si tratta di residui provenienti dai raccolti agricoli quali foraggi, frutta e vegetali di scarsa qualità, percolati da silos e paglia che possono essere addizionati come co-substrati alle deiezioni animali.

Colture non alimentari ad uso energetico:
Nel corso degli ultimi anni molti studi sono stati effettuati su mais, sorgo, triticale, bietola, ma soprattutto foraggi ed altre colture che hanno dimostrato di possedere un buon potenziale di produzione di biogas che possa essere sostitutivo ed alternativo alle maggiori colture food. Anche le tecnologie impiantistiche attualmente in via di sviluppo sono orientate all’introduzione di tali substrati, sia liquidi che solidi, nel digestore. L’uso di idonee quote di colture vegetali come co-substrato, infatti, permette di ottimizzare la produzione di biogas e il riciclo dei nutrienti. Questo perché possono essere prodotte in azienda con bassi input produttivi e senza richiedere ulteriori investimenti alle aziende interessate ed essere addizionate come co-substrati agli effluenti zootecnici direttamente o dopo insilamento.

Sottoprodotti organici e acque reflue dell’agro-industria:
ingenti quantità di prodotti agricoli sono lavorati nell’industria alimentare. Durante tali lavorazioni si producono reflui che spesso possono essere avviati alla digestione anaerobica. Il fango anaerobico risultante può essere utilizzato come ammendante su terreni agricoli. Tipici sottoprodotti e scarti agro-industriali sono ad esempio, il siero di latte, contenente proteine e zuccheri dall’industria casearia, e i reflui liquidi dall’industria che processa succhi di frutta o che distilla alcool. Di interesse per la digestione anaerobica sono anche diversi scarti organici liquidi e/o semisolidi dell’industria della carne (macellazione e lavorazione della carne), quali grassi, sangue, contenuto stomacale, budella (vedi Regolamento CE n. 1774/2002 “Norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale non destinati al consumo umano”). Tali residui, ad esempio, possono essere addizionati come co-substrati nella digestione di liquami zootecnici e/o fanghi di depurazione.

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