martedì 28 agosto 2012

Cosa si intende per Biogas?

Il biogas è un biocombustibile gassoso ottenuto dalla fermentazione in assenza di ossigeno (digestione anaerobica) di materiali residui di origine organica, animale o vegetale. L’intero processo avviene in ambienti a temperatura controllata, ad opera di differenti microrganismi che convertono la materia prima in biogas costituito per il 50-60% da metano e per la restante parte da CO2 ed altri componenti. Il biogas così prodotto può essere impiegato per ricavare energia termica ed elettrica, anche in modo combinato grazie ad impianti di cogenerazione. Ma qual è l’aspetto interessante? In estrema sintesi, la possibilità di rendere “risorsa” quelle che sono sostanze residuali altrimenti destinate a rimanere inutilizzate. Dotandosi di un impianto a biogas, un’azienda agricola o agro zootecnica si pone nella condizione di conseguire due obiettivi:
  1. trasforma i sottoprodotti dell’attività agricola e i reflui zootecnici in digestato che è un ottimo ammendante per i terreni agricoli;
  2. immette una piccola quantità di energia nella rete di distribuzione dell’energia elettrica, traendone un ricavo certo determinato dalla tariffa omnicomprensiva riconosciuta, per impianti entrati in esercizio entro il 31/12/2012, ai sensi del D. Lgs. n. 28/2011, art. 25, comma 6.

Il materiale di risulta – reflui più stabili ed inodore – sono una risorsa preziosa di unità fertilizzanti, potendo essere valorizzati sui terreni come concimi ad elevato potere fertilizzante. In Europa l'utilizzo e lo sviluppo del biogas é cresciuto notevolmente negli ultimi anni, grazie al maggior impiego combinato di effluenti zootecnici, di sottoprodotti provenienti dall’attività agricola, dalle attività alimentari ed agroindustriali, e di colture energetiche.

Letami e liquami provenienti dalle stalle, i sottoprodotti insieme ad eventuali insilati di materiali vegetali in genere, vengono immessi giornalmente nei digestori in cui permangono fino ad un tempo standard di circa 100 giorni. All’interno dei digestori coperti, in cui avviene un continuo rimescolamento dei materiali da degradare, persistono condizioni di temperature costanti comprese tra i 35-40°C (processo mesofilo) per permettere lo sviluppo delle colonie batteriche responsabili della “digestione” delle sostanze organiche. Il biogas così prodotto viene convogliato al cogeneratore che produce energia elettrica ed energia termica.
I digestori possono essere realizzati in acciaio o, più tipicamente, in cemento armato. La tecnologia di base è estremamente semplice, mentre richiede particolare attenzione ed accuratezza la messa a punto del processo di digestione per quanto concerne i parametri biologici che possono influenzare significativamente la produttività dell’impianto.

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